martedì 18 maggio 2010

Elezioni Studentesche

Dopo lo spoglio delle schede, è tempo di analizzare il voto delle elezioni universitarie del 12 e 13 maggio per i vari organi rappresentativi: il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), il Consiglio Studentesco, i Consigli di Facoltà, i Consigli di Corso di Laurea, il consiglio d'amministrazione, il senato accademico, vari consigli regionali per il diritto allo studio, il comitato per le attività sportive (CUS). Chi ha vinto le elezioni?

Come sempre, in maniera quasi surreale, tutti i gruppi politici hanno cantato vittoria. Cerchiamo di analizzare i dati con un po' di obiettività.

Il primo dato, probabilmente il più significativo, è quello della scarsissima affluenza alle urne. Nelle università in cui si votava non solo per il Cnsu ma anche per gli altri organi di rappresentanza c'è stata una maggiore affluenza rispetto agli atenei in cui si votava solo per la rappresentanza nazionale. Ecco alcuni dati dell'affluenza, città per città: Enna 33%, Firenze 3,5%, Palermo 29%, Roma-Sapienza 6%, Cassino 20%, Cagliari 7%, Bergamo 3,2%, Milano-Statale 7%, Roma Tre 17,8%.

Come si spiega la scarsa affluenza? Due i motivi: innanzitutto lo scarso peso politico del Cnsu, ma soprattutto il boicottaggio delle elezioni di alcune liste importanti, come il Coordinamento Universitario Link, che hanno scelto di non votopresentare le proprie liste perché non si riconoscono nel Cnsu.

Prima lista nel totale dei collegi è stata la lista di sinistra dell'Unione degli Universitari, che supera i 53.000 voti in tutta Italia. "Siamo molto soddisfatti del risultato – ha detto Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell'Udu – una conferma del dissenso studentesco che già l’Onda denunciava due anni fa e che abbiamo continuato a portare nelle piazze anche nei ultimi due anni. Un disagio generazionale – continua Paterna – che il Governo Berlusconi ha inasprito e che la Gelmini ha radicato molto negli Atenei con il tentativo di soffocare il carattere pubblico dell’Università e del diritto allo studio".

Il Cnsu (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) rimane però a maggioranza di centrodestra, con 18 eletti su 30. Il movimento neofascista del Blocco Studentesco non ha sfondato e non avrà nessun rappresentante nel Cnsu.

Determinante nel computo dei voti è stata, va sottolineato, la divisione in quattro macro-distretti elettorali, ognuno dei quali eleggeva 7 rappresentanti, senza tenere quindi conto dei dati a livello nazionale. Nel Cnsu quindi il centrodestra avrà la maggioranza pur avendo raccolto 13.000 voti in meno delle liste di sinistra.

uduNei distretti Nord Est e Nord Ovest il risultato è stato il medesimo: 3 eletti per il Clds (Comunione e Liberazione), 3 per il centrosinistra e 1 per Azione Universitaria. Nel distretto del Centro il centrodestra conquista 3 seggi, altri 3 vanno all'Udu e quello restante a Comunione e Liberazione. Nel distretto Sud 3 seggi al Pdl (2 a Studenti per la Libertà e 1 ad Azione Universitaria, che correvano da soli), 1 al Clds, 1 all'Udu e 2 alla Confederazione (formazione di candidati indipendenti). Per finire l'analisi dei dati delle eleizoni del Cnsu, il dottorando e lo specializzando eletti sono rappresentanti delle formazioni di centrodestra.

Milano
Negli atenei meneghini domina, come da tradizione, Comunione e liberazione, che vince le elezioni alla Statale, in Bocconi, all'Università Cattolica e al Politecnico. Basissima però l'affluenza, che si è attestata intorno al 7%. Nelle elezioni interne dell'Università Bicocca invece la sinistra ha sbancato con il 60% dei voti. Tra gli atenei milanesi si distingue per numero di stduenti che sono andati a votare il Politecnico, dove c'è stata un'affluenza del 9,53%.

Roma
Sui 133.866 aventi al diritto al voto si sono recati alle urne soltanto 8.051. Alla Sapienza vince Azione Universitaria, ma la vera sorpresa è a Tor Vergata che per la prima volta vede eleggere al senato accademico un candidato del Blocco studentesco. La sinistra si dice soddisfatta, perché ha aumentato da due a tre i suoi rappresentanti. Restano fuori invece i candidati di Comunione e Liberazione. A Roma Tre si impone Azione Universitaria, con in seconda posizione la lista di centrosinistra.

lecce-azione-universitaria-riparteCome vi avevamo preannunciato entrambe le parti politiche tirano l'acqua al proprio mulino. Il Ministro Giorgia Meloni appare raggiante: "Questo voto, persino migliore delle aspettative, è un forte sì alle riforme del governo per un reale diritto allo studio e una reale rivoluzione del merito, e un secco no al sistema perverso delle baronie, del nepotismo e della gerontocrazia imperante nell'Universita' italiana. I proclami contro la riforma Gelmini ed il Governo si sono rivelati un bluff".

Non ci stanno i rappresentanti delle liste di sinistra che rispondono in modo ironico: "Sicuramente i ragazzi di Silvio Berlusconi hanno bisogno di comprensione – dice sempre Giorgio Paterna, Coordinatore Nazionale dell'Udu – ci rendiamo conto che, per i ragazzi del Pdl, non aver servito al Padron Silvio risultati plebiscitari sia difficile da giustificare al loro capo e che siano rimasti ancora frastornati dai 53.000 voti che l'Udu ha ottenuto in tutta Italia affermandosi prima lista. Ma siamo comprensivi. Capiamo la loro difficoltà e il loro l'imbarazzo. Lo spiegheremo noi, in CNSU come nelle piazze, ai vari Silvio Berlusconi, Giulio Tremonti, Mariastella Gelmini – continua Paterna – che il risultato straordinario della nostra lista alle elezioni universitarie nazionali trova, tra le sue ragioni, un forte dissenso degli studenti verso di loro, verso quei governanti che vogliono distruggere l'Università pubblica e il diritto allo studio, che stanno cancellando il futuro delle giovani generazioni".

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